Ritrovare uno Smartphone Android o iPhone Perso nelle Vicinanze
Ovviamente dipende dal proprio grado di dipendenza, e con che frequenza guardiamo il nostro telefono. Se siete come me, che lo usate spesso e vi sentiti spogli senza, probabilmente non vi servirà a nulla un’applicazione pensata per ritrovare uno smartphone dimenticato in casa. Però a parte i casi patologici, come il sottoscritto, a molti sarà capitato di non ricordare dov’è poggiato il telefono. E per ritrovarlo la cosa più facile da fare è farsi telefonare da un amico, e seguire il suono della suoneria. Ma può anche capitare di aver lasciato il telefono in modalità silenziosa, magari senza nemmeno la vibrazione. Oppure di essere da soli, e di non aver la possibilità di telefonare. Allora che si può fare? Beh, fischiettare. O gridare. A patto di avere installato sul proprio smartphone una di queste due applicazioni, Whistle Phone Finder oppure Marco Polo.
Come ritrovare il proprio telefono
Link per Android: Whistle Phone Finder (Gratis)
Link per iPhone: Marco Polo (0,89 euro)
Il funzionamento di entrambe queste applicazioni è pressoché identico, e anche le loro prestazioni sono assolutamente paragonabili. L’unica differenza effettiva è data dal tipo di dispositivo in cui possono essere installate. La prima, Whistle Phone Finder, funziona solo su dispositivi Android. La seconda, Marco Polo, è pensata esclusivamente per iOS, e quindi per iPhone.
Passiamo al loro funzionamento: per semplicità mostro solo un esempio con l’applicazione per Android, ma non c’è una vera differenza tra le impostazioni delle due app.
Appena aperta l’applicazione si presenta con una maschera abbastanza semplice, a cerchio. Ogni arco rappresenta un comando, sopra e sotto c’è pubblicità. Ecco, magari è abbastanza fastidioso avere tutta questa pubblicità ma in compenso l’applicazione è gratuita, e ci si può accontentare.
L’applicazione per iOS, invece, non ha alcuna pubblicità, e non costa nemmeno tanto, meno di un euro. Personalmente non mi dispiacerebbe avere la possibilità di pagare un euro e togliere la pubblicità ma capisco anche che non tutti hanno voglia, o la possibilità di spendere per un’applicazione del genere.
Detto questo cominciamo con il premere sull’arco arancione per attivare il funzionamento in background dell’applicazione. Volendo possiamo anche tornare alla home del telefono e abbiamo finito, però conviene personalizzare alcuni aspetti. A cominciare dal suono da utilizzare come suoneria: si tocca l’arco verde e poi si decide se utilizzare un file MP3 conservato nel telefono (“Select Phone Sound”) oppure utilizzare una delle suonerie precaricate (“Select App Sound”).
Si può anche impostare l’accensione del led della fotocamera, facendolo lampeggiare per richiamare l’attenzione: è l’arco rosso. L’arco azzurro serve, invece, a stabilire la sensibilità dell’applicazione al nostro richiamo.
Infine, dopo aver chiusa l’applicazione posiamo tornare all’home del nostro telefono. Come si può notare nell’immagine qui sopra non c’è alcuna segnalazione del fatto che l’applicazione sia o meno in esecuzione. E questo è un problema, perché non c’è modo di verificarlo al volo: nessuna notifica sulla barra di stato, nessun widget, nulla.
Invece Marco Polo per iPhone ha il problema opposto, e basta osservare la prossima immagine per rendersene conto:
Una bruttissima barra rossa in alto, perennemente attiva. Per carità, in questo modo ci si rende conto del fatto che sia attiva, ma così è troppo invasiva.
Come detto il funzionamento delle due applicazioni è equivalente, però Marco Polo può essere ritrovato gridando una parola a scelta, l’applicazione per Android solo fischiando. La sensibilità delle due applicazioni è però simile, entrambe permettono di ritrovare il telefono in una stanza senza problemi, a patto che il telefono non sia in qualche cassetto o sotto una pila di vestiti. Entrambe le applicazioni hanno dei problemi se non si urla, o fischia, forte. Oppure se il microfono del telefono è coperto da qualcosa, nel qual caso bisogna girare per la stanza fischiando, o chiamando. Ma al di là dell’aspetto ridicolo della situazione l’applicazione funziona.
Infine un solo appunto sul consumo energetico: entrambe restano attive in background, il che significa una batteria con una durata inferiore. Non di molto, però si può stimare di perdere 5 minuti di autonomia ogni ora e mezza di utilizzo. Non è moltissimo, ma vuol comunque dire un’ora in meno, circa, di durata della batteria.