Fotografia: il Tempo di Esposizione con Oggetti in Movimento
Ci sono alcune abitudini consolidate tra i fotografi, sopratutto quelli alle prime armi. Una delle più diffuse riguarda l’uso più “creativo” dell’apertura dell’obiettivo e uno più “conservativo” della velocità di scatto. Di solito si gioca con la luce più che con il movimento, eppure non deve necessariamente essere così. Ma per riuscire a trasmettere l’idea del movimento in soggetti lenti, o a rallentare oggetti veloci bisogna avere un po’ di tecnica. Quindi prima di affrontare tutta la parte creativa vediamo come migliorare e affinare la nostra tecnica per riuscire a bloccare anche i movimenti più veloci.
Che cosa è necessario considerare
Quando parliamo di macchine fotografiche recenti e con un tempo di esposizione potenzialmente alto si può facilmente cadere in inganno e pensare che sia facile fotografare soggetti in movimento. Ma non è assolutamente così banale. Se vi ricordate la nostra guida sul tempo di esposizione abbiamo già visto come mai: più è alta la velocità di scatto più il diaframma deve essere grande, o più alto il valore di ISO. Ma il diaframma è limitato dal punto di vista tecnico e questo pone dei limiti all’esposizione che possiamo ottenere, e di conseguenza alla velocità dello stesso otturatore. Dobbiamo perciò capire quale sia il tempo di posa minimo che possiamo usare per “congelare” un oggetto in movimento, e da lì capire come procedere. Ci sono tre componenti importanti che influiscono:
- Velocità e direzione del soggetto in movimento
- La nostra distanza tra noi e il soggetto della foto
- La lunghezza focale dell’obbiettivo.
Cominciamo dal primo fattore, anche perché di certo è quello più influente: la velocità e la direzione della cosa che si muove. Se il movimento è lento, come una persona che saluta con la mano, probabilmente possiamo fotografare con una velocità bassa, magari di solo 1/100 sec. Ma se il movimento è più veloce, come quello di una mazza da baseball in battuta, allora la velocità d’esposizione deve necessariamente aumentare, magari fino a 1/1000 sec.
Anche la direzione del movimento influisce sui tempi di posa. Un oggetto che si muove verso di noi o che si allontana richiede tempi d’esposizione inferiori rispetto a qualcosa che si muove in diagonale o da un lato all’altro dell’inquadratura. Per esempio, se vogliamo fotografare un cane che corre verso di noi probabilmente possiamo usare un tempo di 1/500 sec. Ma se lo stesso cane stesse correndo da destra a sinistra allora dobbiamo aumentare la velocità di scatto, per esempio fino a 1/800 sec. Perché? Perché il movimento appare più pronunciato quando una cosa si muove attraverso l’obiettivo rispetto a quanto appaia quando se ne allontana o si avvicina.
Passiamo alla seconda questione, la distanza tra noi e il soggetto della foto. In questo caso è abbastanza intuitivo capire come più siamo vicini alla cosa che si muove più il movimento è visibile. E’ il tipico caso degli aerei, si muovo velicissimi ma da terra, a chilometri di distanza da loro, appaioni molto lenti. Di conseguenza più siamo vicini a quello che si muove più dobbiamo alzare la velocità dell’otturatore, e vice versa.
In ambito sportivo possiamo prendere come esempio un giocatore che palleggia: se siamo vicini, magari a cinque metri, dobbiamo usare un obbiettivo più veloce rispetto alla stessa scena ripresa a fondo campo.
Il terzo aspetto da tenere a mente è legato alla macchina fotografica che stiamo utilizzando: la lunghezza focale dell’obiettivo. Per capirci, un obiettivo grandangolare richiede meno tempo di un posa rispetto a un teleobbiettivo. Perché? Perché se il soggetto appare più vicino il suo moviemnto ne risulterà più pronunciato con le conseguenze che abbiamo già visto.
Due ulteriori fattori da prendere in considerazione
Ma non è ancora sufficiente. Oltre a questi tre aspetti dobbiamo considerare due ulteriori fattori. Fattori che non sono direttamente legati alla velocità di scatto ma che svolgono comunque un ruolo importante. Si tratta della messa fuoco e del ritardo dello scatto.
Quando vogliamo fotografare un qualcosa in rapido movimento rischiamo di avere dei problemi legati alla messa a fuoco. In questo caso molto dipende dalla velocità di messa a fuoco automatica della fotocamera stessa, e della presenza di una buona funzione di autofocus continuo. Alcune fotocamere come la Canon 7D, la Canon 5D mkIII e la Nikon D800 sono in grado di tenere traccia del movimento e di calcolare una buona messa a fuoco durante gli spostamenti nello spazio tridimensionale.
Ci sono anche alcune fotocamere mirrorless in grado di gestire in maniera affidabile la messa a fuoco automatica. Possiamo portare come esempio la Sony NEX-7 o la Olympus OM-D. Tenete presente però una cosa: le reflex sono comunque migliori quando si tratta di immortalare eventi sportivi (come una partita di calcio) e oggetti molto veloci. In ogni caso per un uso “domestico” una compatta di qualità può bastare.
Passiamo ora al così detto Shutter Lag, il ritardo di scatto. Di cosa si tratta? Di quella frazione di secondo di ritardo tra il momento in premiamo il pulsante di scatto e la realizzazione della foto stessa. Possono esserci varie ragioni tecniche alla base, o magari si tratta anche solo della funzione di autofocus al lavoro. In ogni caso se stiamo fotografando qualcosa di molto veloce, come una corsa di cavalli, dobbiamo essere coscienti di questo ritardo e comportarci di conseguenza. Anche perché per quanto possa essere nitida una foto con solo la coda dei cavalli può non essere molto significativa e rappresentativa.
Possiamo risolvere questo problema? Bé, sì, magari preimpostando la messa fuoco dell’area della pista che prevediamo ci interessi facendo così diminuire sensibilmente il ritardo nello scatto.
Tabella tempo di esposizione per foto in movimento
Capito questo possiamo dare anche quale numero di riferimento. E data la mia proverbiale pigrizia vi riporto uno schema realizzato abbastanza bene da slrlounge. E’ quello qui sopra e riporta il tempo di esposizione grosso modo consigliato in base alla velocità stimata del soggetto in movimento.
Conclusione
Come concludere questa piccola guida sui tempi d’esposizione nelle fotografie in movimento? Bé, ricordando che ogni volta che vogliamo fotografare una cosa che si muove possiamo aumentare la velocità dell’otturatore. Ma anche se teniamo un tempo più basso di quello suggerito possiamo comunque fare delle buone foto compensando con l’apertura del diaframma e con l’aumentare dell’ISO della pellicola (o del sensore).
E poi ricordate un’altra cosa. Anche se le foto di oggetti in movimento possono essere belle non necessariamente le dobbiamo sempre fare perfette. In realtà gran parte del divertimento della fotografia è legato alla possibilità di sperimentare e di fare scelte anche inconsuete o creative. Possiamo, per esempio, voler diminuire la velocità dell’otturatore per trasmettere l’idea del moto anche a cose che sono lente, o bloccare dei movimenti apparentemente normali creando effetti di straniamento.
Ma per poter essere creativi prima dobbiamo maneggiare molto bene la tecnica. In ogni caso in una prossima guida vedremo alcuni consigli utili per fare foto divertenti giocando solo (o quasi) con i tempi di posa.
Guide sulla fotografia
Infine vi lasciamo i link di alcune delle nostre guide che potrete usare come approfondimento se intendete imparare questa arte.
- Guida di base alla fotografia digitale
- Guida di base alla fotografia con Fotocamere DSLR
- Tempo di esposizione, apertura e ISO
- Cos’è l’ISO e come influisce sulle fotografie
- Guida al tempo di esposizione nella fotografia
- Fotografare il mare con tempo di esposizione lungo
- Effetto motion blur modificando il tempo di esposizione
- Guida all’apertura del diaframma nelle fotocamere
- Fotografare in RAW o JPEG?
- Simulatori di fotocamere online