Fotografare in RAW o JPEG? Guida alla Migliore Scelta
RAW o JPEG? Dubbio amletico per alcuni, questione incomprensibile per altri. Se la seconda sigla è bene o male conosciuta da tutti lo stesso non si può dire del primo formato. Ma di questo voglio parlare, oggi, anche a costo di farmi del male. Perché dico questo? Perché c’è una legge ben nota in editoria: ogni formula dimezza il numero dei potenziali lettori di un libro. Nel web è lo stesso: un articolo di gossip porta lettori, un servizio tecnico sulla fotografia, addirittura su formato strano come il RAW, farà fuggire molti. Ma è un tema da affrontare, sopratutto se vogliamo imparare a fotografare e a sviluppare le nostre conoscenze sulle tecniche del fotoritocco. Tenterò, nel limite del possibile, di non essere noioso e di usare un tono discorsivo. Penso di potercela fare, perché il tema, dopo aver capito di cosa stiamo parlando, si presta ad alcune considerazioni interessanti.
Ma di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando di due formati digitali, di due diverse tecniche per memorizzare le fotografie, di due distinti modi di intendere la fotografia digitale. Il JPEG è conosciuto da tutti, lo trovate in ogni dove. Persino nelle immagini di questo articolo, nelle fotografie e nelle immagini presenti su questo blog. E’ il formato principe del web, leggero, facile da modificare, rapido da scambiare. Bello no?
RAW, al contrario, è sconosciuto quanto JPEG è famoso. JPEG è la star, il cantante Pop, il rockettaro moderno. RAW è il classicista, quello conosciuto e apprezzato solamente all’interno di una cerchia ristretta. Troppo facile chiamarlo il “formato dei fotografi”. Come sarebbe troppo facile prendere le difese, per principio, del JPEG, open e libero, contro il RAW, proprietario e spesso a pagamento. La realtà, come spesso accade, è molto più complessa di così.
Perché proprio della realtà stiamo parlando. O, meglio, di due rappresentazioni della realtà, e di quale tra queste due sia la migliorie. Cosa di per sé impossibile da stabilire, perché la realtà sempre una è. E se la realtà è unica, e le sue rappresentazioni possibili molte, allora la questione diviene un’altra. Diventa, in questo caso, riuscire a capire quale rappresentazione è la più adatta alle nostre esigenze, quale immagine rappresenta meglio il nostro obiettivo. Diventa, alla fine, una questione di scelta.
Scegliere
Penso di poter dire, senza paura di sbagliare, che il nocciolo della questione è tutto qui: scegliere. Ma non si può scegliere se non si conosce. Se non si conosce la differenza tra le alternative, se non si hanno ben chiari i vantaggi e gli svantaggi. E non basta spiegare che il formato RAW salva quattro volte più informazioni rispetto al JPEG. E nemmeno scrivere come fare fotoritocco con il RAW sia, alla fine, più facile, più divertente e più appagante rispetto a quello che possiamo ottenere con altri formati. Perché questo è quello che penso io, perché io amo la “camera bianca”, amo ritoccare e migliorare le fotografie. Ma non tutti apprezzano questo, e non tutti voglio passare delle ore per sistemare la resa cromatica di un fiore.
Quindi, di questo parlerò, di come scegliere la fotografia in RAW o in JPEG in base alle proprie esigenze. Senza opinioni da tifoso, senza difese spassionate ma utilizzando una cosa semplicissima: una macchina fotografica.
Differenze tra RAW e JPEG
Ma prima di entrare nello specifico ripassiamo velocemente le differenze fondamentali tra JPEG e RAW.
Le foto in formato JPEG
I file JPEG vengono elaborati direttamente all’interno della fotocamera. Ma in che modo? Be’, questo cambia da produttore a produttore, e addirittura da modello a modello all’interno della stessa serie. Alcune cose possono venire impostate manualmente, ad esempio i toni del colore e la durata dell’esposizione. Altre, invece, vengono modificate e ritoccate automaticamente dalla fotocamera stessa (il contrasto, la profondità del nero, la messa a fuoco, e i famosi “occhi rossi”). Tutto questo produce un file JPG, un’immagine pronta e finita da vedere immediatamente e da stampare senza nessun genere di problema. Se volete un paragone con la fotografia analogica pensate alla Polaroid: voi scattate e poi non fate (quasi) più nulla.
Mi raccomando, ricordate questo particolare: l’immagine viene compressa. Questo causa una “perdita” di gran parte delle informazioni iniziali, e una riduzione del livello di dettaglio raggiungibile. Non illudetevi, le informazioni perdute non le recupereremo mai più. Ma risparmieremo molta memoria e potremo scambiare e condividere facilmente i nostri scatti.
Esempio – L’immagine è come appare senza nessun lavoro di postproduzione o di fotoritocco. Ci sono una buona quantità di particolari, il nero è abbastanza profondo, il contrasto decente e una luminosità discreta. Certamente potremmo ammorbire le luci, e sistemare la pelle con PhotoShop ma la foto di per sé è utilizzabile anche così.
Le foto in formato RAW
A differenza dei JPEG i file RAW sono immagini non compresse, salvate con tutti i dettagli senza nessuna perdita d’informazione. E senza nessun lavoro di risistematura automatica. Questo provoca due conseguenze diverse. La prima, facilmente intuibile, l’immagine ottenuta dovrà essere visualizzata con un programma apposito, non è facilmente condivisibile o stampabile. La seconda, forse più importante per il neofita, la foto apparirà meno bella, e lo scatto sarà più simile alla realtà che a una sua rappresentazione idealizzata.
Esempio – L’immagine qui sotto è la versione RAW dello scatto del primo esempio. Come noterete l’immagine è piatta, manca di contrasto, i neri non sono così profondi, ed è anche molto più scura. Questo è il mondo come lo vede una macchina fotografica, e per renderlo un po’ più presentarlo dovremo darci da fare.
RAW vs JPEG
Ognuno dei due formati ha un vantaggio e uno svantaggio. Il JPG è facile e leggero ma perde nel dettaglio. I RAW al contrario registrano ogni particolare ma sono più difficili da maneggiare. Stabilire quale tra i due è il migliore, in termini assoluti è impossibile. Possiamo però vedere qual’è la soluzione più adatta nelle varie occasioni che si possono verificare.
- Giornalisti (RAW) – Se site fotografi di eventi, o volete diventarlo, avrete ben chiara una cosa: durante una manifestazione, una sommossa di piazza, un evento sportivo, un raduno mondiale (avete capito, no?) è impossibile fare scatti su soggetti in posa. O, meglio, dovremo fare fotografie in condizioni ambientali diversissime e in rapido mutamento. La luce, lo sfondo, il tema, e tutto il resto sarà una girandola impossibile da bloccare. Il formato RAW è l’unica soluzione possibile: ci permette di scattare rapidamente senza perdere informazioni. O, in altre parole, potremmo rielaborare le foto con tutta tranquillità ottenendo in maniera artificiosa quello che ci è impossibile avere nel vivo dell’azione.
- Paesaggi (RAW) – Quindi, situazione caotica uguale RAW, giusto? Sì, ma non solo. Anche il suo opposto richiede, o potrebbe richiedere un alto grado di dettaglio. Penso ai fotografi di paesaggi, ai fotografi d’arte. Il formato JPEG comprime troppo l’informazione e ci impedisce di salvare la quantità di dettagli fondamentali per rendere effettivamente “artistica” una fotografia. Oltre al vantaggio, non trascurabile, delle ombre e dei toni: sistemarli su RAW è molto più rapido che farlo su JPEG. E i risultati sono migliori.
- Istantanea (JPEG o RAW + JPEG) – Se vi servono delle immagini immediatamente, o comunque in giornata. Se si vogliono delle prove in tempo reale, se abbiamo fretta per qualche motivo allora siamo obbligati a scegliere i JPEG. In questo modo subito dopo lo scatto potremmo spedire, o stampare le immagini senza dover fare niente al computer. E con niente intendo proprio niente: le fotocamere d’oggi possono stampare o inviare direttamente per mail i file JPG.
- Blogger (JPEG) – Diciamoci la verità: sullo schermo di un PC, su un blog, su un sito di ricette o cose del genere non occorre avere una grande qualità. Alla fine, quando navighiamo, perdiamo molti dettagli e preferiamo essere veloci. Così un blogger, generalmente, non ha la necessità di caricare foto particolarmente pesanti o ricche di dettagli (ovviamente ci sono i casi particolari, ma di questo possiamo parlare un’altra volta) utili solo a rallentare l’apertura di una pagina. Avrete capito che la soluzione ideale per il web è il JPG. E se non mi credete fate caso a tutti i siti su cui navigate abitualmente.
- Spazio limitato (JPEG) – Magari non sarà il problema principale, una memoria SD costa veramente poco e costerà sempre meno. Ma può capitare di finire lo spazio a disposizione, o di temere di riempire tutta la memoria prima della fine delle vacanze. In questo caso i JPEG sono comodi, la compressione ne riduce le dimensioni. Poi va da sé che se siete fotografi professionisti e vi ritrovate senza spazio forse è il caso di provvedere più che ricorrere a questo sotterfugio.
- L’uso personale – Qui siamo proprio nel mondo di ognuno. Ognuno di noi conosce le proprie abitudini e le proprie necessità. E si deve regolare di conseguenza. Giusto per fare un esempio banale, durante i miei picnic al parco di Monza scatto senza problemi in JPG, tanto non devono mica uscire opere d’arte. Al contrario durante il Gran Premio sfrutto i RAW fino in fondo. Più per vanagloria che per altro, ma volete mettere una Ferrari sfrecciante in una foto?
- Scatti a raffica (JPEG) – C’è ancora un punto però. Il salvataggio delle immagini RAW nella memoria della macchina fotografica è leggermente più lento rispetto al tempo che ci impiega un file JPEG. Di solito non è una cosa importante, e nemmeno così significativa. Ma se siamo costretti a scattare una raffica di foto in sequenza questo potrebbe generare alcuni problemi. Del tipo che alcuni scatti non verrebbero salvati, o addirittura la macchina si potrebbe bloccare. Dipende molto dallo strumento che stiamo utilizzando ma vi consiglio di fare delle prove ed, eventualmente, di utilizzare il formato JPG in queste situazioni.
Luminosità, contrasti e neri
Prendiamo due fotografie scattate nel medesimo istante e confrontiamo il risultato. Perché? Perché è un esercizio utile per capire le differenze tra i due formati, e per comprendere qual’è il momento migliore per utilizzarne uno rispetto all’altro. Per essere il più possibile oggettivi non dobbiamo ritoccare in nessun modo la foto. O, in altre parole, dobbiamo lavorare con il materiale grezzo uscito dalla macchina fotografica.
La prima cosa che si nota, quella che balza immediatamente all’occhio, è il diverso livello di luminosità e di contrasto tra il file JPEG e il file RAW. Onestamente non c’è da stupirsene: come già detto i file JPEG non sono immagini completamente grezze, vengono già trattati dalla fotocamera. Se guardassimo solo questo aspetto il confronto sarebbe impietoso, e il JPEG vincerebbe a man bassa. Diciamocelo, i RAW grezzi mancano quasi completamente di contrasto, e la luminosità è gestita malissimo.
Nitidezza
Più difficile è la valutazione della nitidezza e dell’affilatura dell’immagine. A una prima occhiata il JPG pare più nitido, e spesso è così. Ma non è necessariamente un vantaggio. In che senso? Nel senso che non sempre il risultato migliore è quello più nitido, anzi un po’ di sfuocatura può servire a far risaltare alcuni aspetti. Ma, forse, questo è un discorso diverso.
Tornando ai dati oggettivi possiamo fare due considerazioni. La prima: i particolari più piccoli vengono effettivamente resi più nitidi dal JPG rispetto al RAW. Ma, nel complesso, la nitidezza e l’affilatura totale delle due immagini sono grosso modo equivalente.
Ma c’è una differenza grossa come una casa tra i due formati. Ed è la seconda cosa da avere ben presente: se vogliamo aumentare, o diminuire, la nitidezza di un file JPG faremo fatica a mantenere un livello qualitativo alto. Al contrario utilizzando un buon programma di fotoritocco possiamo aumentare e diminuire liberamente (o quasi) tutti i valori di un file RAW. O, in altre parole, se vogliamo possiamo migliorare molto di più un’immagine RAW rispetto a una JPG.
Rumore
Il discorso adesso diventa un filo più complesso. Tenete presente quello di cui stiamo discutendo da un po’, ovvero della possibilità di manipolare maggiormente i file RAW rispetto ai file JPG. Capisco che se non ci occupiamo di fotografia a livello professionale (o non siamo degli appassionati) non saremo attenti a questo aspetto. Per di più fino a questo momento abbiamo visto situazioni in cui i JPEG risultano avvantaggiati rispetto ai file RAW. Ma se andiamo a osservare il rumore di un’immagine le cose cominciano a cambiare.
Guardate la foto sopra: non ci sono delle differenze significative tra i due formati. Sì, un occhio attento noterebbe lo sfondo, le zone in ombra. Ma tutto sommato bisogna essere molto attenti ai particolari per rendersi conto del livello di rumore leggermente diverso tra le due fotografie. Proviamo però a cambiare prospettiva e a vedere cosa succede se diamo in pasto le due fotografie a un qualsiasi programma di fotoritocco. Il risultato lo potete vedere qui sotto.
Già, anche con una semplice operazione per la riduzione del rumore otteniamo un risultato nettamente diverso. L’immagine RAW risulta più pulita, e la qualità (estetica) fa un passo in avanti non da poco. Lo stesso non si può dire per il file JPG: l’immagine elaborata non è molto diversa da quella originale. Adesso cominciate a capire cosa intendo quando parlo di diversi gradi di libertà possibile per i file RAW rispetto ai file JPG?
Immagini sovraesposte
Il discorso è simile anche quando parliamo di scatti sovraesposti o sottoesposti. Una fotografia come quella qui sopra non è esattamente una bella immagine. Per forza di cose siamo costretti ad abbassarne la luminosità attraverso un qualche programma di fotoritocco. Il risultato, però, è molto differente e dipende dal formato dell’immagine di partenza: guardate il disegno qui sotto.
Noterete immediatamente come i toni del file RAW sono molto più naturali, e la fotografia nel complesso appare più realistica. Sì, il file JPG non è male ma non c’è nemmeno paragone con i RAW. Perché questa differenza nel risultato?
Se ricordate ho già accennato alla questione quando ho parlato della differenza fondamentale tra questi due formati. In sintesi, che tanto c’è tutto un articolo già dedicato alla questione, i file RAW salvano più dati, più informazioni, per ogni punto della fotografia. Questo da un lato aumenta il peso dell’immagine ma dall’altro permette di variare la luminosità di ogni singolo punto in maniera omogenea. Volendo fare un paragone un po’ forzato possiamo dire che i file RAW ci permettono di conservare tutti gli scatti possibili e di scegliere quello che preferiamo. I JPEG, invece, cristallizzano una singola immagine e ci costringe ad accontentarci.
Va da sé che il discorso appena fatto vale tanto per le immagini sovraesposte che per quelle sottoesposte.
Pillola rossa o pillola blu?
Quindi, riprendendo l’immagine con cui ho aperto questa serie di articoli, meglio la pillola RAW o la pillola JPEG? La risposta, spero sia chiara, dipende da mille fattori diversi. Innanzi tutto dobbiamo capire la situazione in cui scatteremo le nostre foto, poi il tempo a nostra disposizione da dedicare al fotoritocco e, infine, quanto interesse abbiamo al migliorare e modificare i nostri scatti. Come ogni cosa anche la scelta tra due formati fotografici, RAW e JPG, va contestualizzata e fatta seguendo le proprie esigenze. Avendo ben chiaro, però, i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le possibilità.
Guide sulla fotografia
Infine vi lasciamo i link di alcune delle nostre guide che potrete usare come approfondimento se intendete imparare questa arte.
- Guida di base alla fotografia digitale
- Guida di base alla fotografia con Fotocamere DSLR
- Tempo di esposizione, apertura e ISO
- Cos’è l’ISO e come influisce sulle fotografie
- Guida al tempo di esposizione nella fotografia
- Il tempo di esposizione con oggetti in movimento
- Fotografare il mare con tempo di esposizione lungo
- Effetto motion blur modificando il tempo di esposizione
- Guida all’apertura del diaframma nelle fotocamere
- Simulatori di fotocamere online